La società di oggi è sempre più caratterizzata dalla grande presenza di internet e dei social media, due sistemi che hanno completamente rivoluzionato il modo di vivere e di lavorare.
I settori del digital marketing rappresentano ai giorni nostri quelli più ricercati nel mondo del lavoro, per questo abbiamo chiesto a Massimiliano (Max) Del Rosso, pseudonimo di Cristian Uguccioni, uno dei principali esperti in questo campo, di approfondire una tematica centrale: il link building.
Vediamo insieme le parole dell’esperto.
Max, presentati a tutti!
Mi chiamo Cristian Uguccioni, ma sono conosciuto nel settore SEO, ambiente in cui lavoro, con lo pseudonimo di Massimiliano (Max) Del Rosso.
Mi occupo di ottimizzazione per i motori di ricerca, un’attività nota a molti con l’acronimo SEO, che mi ha portato a raggiungere diversi traguardi.
Il lavoro che svolgo è molto particolare, in quanto ho deciso di specializzarmi su una tematica centrale del digital marketing, che è la link building, ciò mi ha permesso di avere un bacino di clienti molto specifico. composto essenzialmente dai miei stessi colleghi.
Io faccio sempre una similitudine dicendo che come anche un chirurgo esperto ha bisogno del supporto e dell’aiuto di un’anestesista, anche nel nostro settore è necessaria una figura che si occupi di link building, proprio per ottenere un posizionamento delle varie pagine web sempre migliore e sempre più alto.
Oggi possiedo un network che conta oltre 460 siti, e questo, unito alla mia esperienza, mi permette di poter seguire al meglio i miei clienti.
1. La prima domanda che ti chiediamo sulla link building è se questa sia davvero fondamentale per coloro che possiedono siti e pagine web?
Uno degli errori che si compie spesso nel settore SEO di cui mi occupo è proprio quello di pensare che la link building sia in qualche modo obbligatoria. In realtà non è sempre così, bisogna infatti prestare molta attenzione al tipo di attività che si svolge su internet, agli altri competitors e a una serie di fattori che qualche volta permettono di avere un buon posizionamento anche senza l’ausilio di collegamenti link.
Ovviamente si tratta di casi molto ristretti, specialmente per tutti coloro che si occupano di prodotti e argomenti molto selettivi e per la quale non c’è una vera e propria concorrenza.
Può succedere anche che la link building non si renda necessaria in quanto i collegamenti potrebbero anche subentrare spontaneamente, questo succede soprattutto in progetti e pagine nuove, fresce e un po’ bizzarre, che magari hanno già un grande seguito sui vari social.
Fatta questa premessa però, non si può negare che la link building sia fondamentale per la maggior parte degli altri settori in cui invece la concorrenza è molto ampia, e per la quale non è sufficiente semplicemente produrre contenuti di elevata qualità senza occuparsi dei collegamenti link.
2. Quali sono, secondo il tuo parere, i principali errori da evitare quando si elabora una strategia di link building?
Questa domanda si presta a risposte molto ampie, per cui cercherò di essere il più preciso possibile. Gli errori che si possono incontrare nell’elaborazione di una strategia di link building sono effettivamente tanti. La link building purtroppo o per fortuna richiede una grande esperienza e una elevata qualificazione, proprio per evitare di vanificare il lavoro di esperti.
Uno degli errori che vedo più frequentemente è quello che ha a che fare con il cosiddetto testo di ancoraggio, e in particolare il modo in cui questo non risulti in alcun modo coerente in riferimento alla frase e al collegamento link cliccabile.
Esiste purtroppo questa tendenza alla sintesi, che porta ad avere frasi di ancoraggio più brevi, ma spesso scorrette grammaticalmente e di certo poco efficaci. A volte, infatti, è meglio preferire anchor text più lunghi ma certamente più produttivi.
Proprio su questo argomento ho scritto poco tempo fa un articolo contenuto all’interno del mio blog personale intitolato “Link Building: 3 consigli per backlink davvero efficaci“.
Tornando all’analisi di errori da evitare, un altro che mi capita di incontrare spesso è quello che riguarda la ricerca esagerata ed esaltata di pagine web affini da cui poter ottenere i cosiddetti “backlink”. Questo succede perché in certi contesti è sicuramente positivo trovare siti web che si occupino di tematiche affini, ma spesso questo porta a una sorta di stasi, in cui ci si limita solo ed esclusivamente a far riferimento a un’unica fonte, che nel nostro settore non è un punto di forza.
Ci sono poi i famosi “nofollow”, ossia dei link che non portino necessariamente a un miglior posizionamento ma che rendono più credibile e serio il proprio sito.
3. Quasi sono i principali passaggi se si ha a che fare con una pagina web praticamente nuova?
Il primo consiglio che do sempre sulle pagine web nuove è quello di programmare dei piani di link building per la durata di almeno un anno.
La prima cosa da fare comunque è quella di postare tanto, contenuti diversi che presentino i propri prodotti e i “guest post”, intanto si possono introdurre i primi link, sia follow che nofollow.
Passati un po’ di mesi dall’apertura del sito si deve incentivare la presenza di anchor text e di conseguenti link.
Dopo 6 mesi dall’apertura, orientativamente, si può iniziare a ragionare sulle keywords, che nella fase iniziale sono meno importanti, proprio in preparazione del lavoro successivo.
4. È meglio orientarsi sui contenuti o sulla link building? Esiste un equilibrio specifico tra questi due temi?
Se un sito presenta contenuti di bassa qualità, se non è aggiornato e se non lavora bene, le operazioni di link building sono pressoché inutili.
Spesso, nel mio lavoro, ho rifiutato certe pagine web proprio per questo motivo. I siti web necessitano di una collaborazione continua che passi da contenuti e post di qualità e ben prodotti, e un sistema di link building efficace. Se viene a mancare una delle due, il resto si vanifica.
5. Hai parlato di link follow e no follow, c’è una giusta proporzione tra questi elemento e le citazioni?
Non credo esista alcuna formula magica, se non il buon senso di chi si occupa di questi elementi.
Questi elencati sono tutti elementi che in un sito web non possono mancare, i nofollow permettono di dare credibilità alla propria pagina, così come anche le citazioni. I link follow invece servono per aumentare l’engagement, ma il tutto deve essere equilibrato.
Si possono operare alcune proporzioni, ma tutto va sempre valutato caso per caso. Nel mio lavoro mi capita di tenere una percentuale del 15% di link “con url nudo”, mentre si arriva al 60% per quelli aventi brand e domini.
6. Per elaborare una buona strategia di link building, come si possono spalmare i vari collegamenti tra le diverse sezioni di un sito?
Io pongo molta attenzione a ogni sezione di una pagina web, affinché in qualsiasi punto ci si trovi, il sito risulti credibile, affidabile e di qualità. Spesso molte pagine si preoccupano di linkare soltanto la sezione principale, ma questo è sbagliato. Bisogna lavorare anche su quelle pagine apparentemente meno importanti, sempre usando link e collegamenti, citazioni e nofollow.