Nasce come giornalista ed oggi è un grande esperto del digital: SEO Consultant & Formatore, Digital Strategist, UX & AI. Lui è Antonio Mattiacci e abbiamo scambiato quattro chiacchere per conoscerlo meglio!
Partiamo dal principio. Professionalmente nasci come giornalista: come mai sei passato ad occuparti di SEO?
Ciao e grazie mille per l’opportunità. Sono super emozionato! Beh, è una storia piuttosto lunga ma cercherò di essere rapido e sintetico.
All’epoca ero giovane e pieno di voglia di fare ma non avevo coscienza dei miei limiti economici. Facevo l’università e lavoravo per mantenermi gli studi ma volevo diventare giornalista professionista ed iniziai dal basso: facevo lo stagista in una radio locale (dove ero inviato, speaker, faccendiere, articolista, ecc…), scrivevo per alcuni giornali online e locali, studiavo doppiaggio, lavoravo su marketplace come Melascrivi e Scribox, facevo il commesso e il cameriere. Insomma, una gavetta in piena regola…
Poi, cominciarono a capitarmi davanti le prime indicazioni per tirare fuori un articolo seo friendly e questa cosa mi faceva profondamente arrabbiare perché snaturava il mio taglio giornalistico. Quindi, la prima reazione fu un rifiuto totale della cosa (ancora oggi, questa è la reazione dei giornalisti quando nei briefing gli chiedi di seguire delle linee guida seo in fase redazionale. E, ritrovandomi dall’altro lato, ora ci rido su..).
Poi, per fortuna, la mia curiosità e la fame di allora presero il sopravvento sull’orgoglio. E così iniziai a studiare per tutto il tempo e sporcarmi le mani con i primi errori, comprendendo che l’ottimizzazione dei contenuti era solo una piccolissima parte dell’immenso mondo del marketing sui motori di ricerca dietro il quale si nascondono un’infinità di logiche, tanta tecnica ed infinite dinamiche legate al comportamento delle persone, al passare dei tempi e dei trend.
Non ti nascondo che ancora oggi, quando ho del tempo a disposizione, qualcosina la scrivo ancora… 🙂
Visto il tuo passato come giornalista, cosa ne pensi dell’uso dell’intelligenza artificiale per la creazione di testi visto i recenti sviluppi in questo campo? Cosa comporterà tutto questo?
Guarda, trovo che l’argomento sia abbastanza delicato in quanto nella maggior parte dei casi si fa un uso improprio di questa straordinaria tecnologia.
Far scrivere dei testi all’intelligenza artificiale senza un rimaneggiamento umano dei testi né un controllo delle fonti e delle informazioni fatto da una persona con le giuste competenze sull’argomento trattato, lo trovo azzardato e poco utile alla comunità indipendentemente dal fatto che questi contenuti si posizioneranno più o meno bene (perché, per esperienza, ti dico che si posizionano).
Le informazioni che vengono diffuse sul web dovrebbero essere effettivamente utili e divenire risorse preziose per gli utenti, non solo agganciarli per vendergli qualcosa (anche perché oggi l’utente medio è decisamente più preparato di qualche anno fa e quando se ne accorgerà lo perderai). Il rapporto con l’audience è qualcosa che va costruito nel tempo per creare un rapporto di fiducia ed empatia. Lo stesso Google lo ha capito ed ha cambiato il paradigma in E-EAT dando estrema importanza ai creator e alle fonti di settore autorevoli (seguendo un po’ i vari TikTok e Linkedin).
Considera che io sono un appassionato di ai e la utilizzo tutt’ora per velocizzare e semplificare i miei flussi di lavoro con dei tool miei che uso anche per la generazione di bozze di testo da sottoporre ai miei copy per umanizzarli e verificarne l’attendibilità delle informazioni ma non mi sognerei mai di pubblicare nulla senza la supervisione umana.
L’internet è di tutti, quindi, quello che ci sarà domani lo useremo anche noi ed i nostri figli e dobbiamo preservarlo. Purtroppo, gli algoritmi non sono assolutamente in grado di regolamentare un marasma del genere e, se non ci discipliniamo spontaneamente da questo punto di vista, rischiamo di trovarci in un mare di spazzatura virtuale (ciò che oggi sta già accadendo in diverse serp di differenti settori). Quindi, per concludere, usiamo queste tecnologie che sono il presente ma cerchiamo di farlo in maniera consapevole e soprattutto sostenibile.
Ti definisci “divoratore di contenuti”. Cosa significa?
Mi riferisco alla voglia di andare oltre il proprio naso e superare i propri limiti attraverso la capacità di fare sana ricerca apprendendo nuove cose per risolvere problemi in autonomia senza aspettare che siano gli altri a dirti dove e come trovare determinate soluzioni.
Sono super curioso ed ho sempre letto di tutto, aldilà di quello che riguarda il mio campo professionale. Poi, quando qualcosa mi prende, mi comporto come un fumatore incallito e non riesco a farne a meno finché non decido di smettere per un po’ e disintossicarmi: mi è successo anche con la seo ma non sono ancora riuscito a smettere, hihihi!
Purtroppo, in molte nuove leve, oggi questa predisposizione manca ed è un vero peccato…
Oltre al tuo lavoro, insieme ad altri esperti del tuo settore parli in diretta delle varie sfaccettature del digital..
Si, reputo il confronto con i colleghi una delle armi migliori per crescere e tenersi sul pezzo in un mondo così complesso come quello del digital marketing. Perciò, ho sempre fatto di tutto per condividere e dibattere con altri esperti.
Su questo aspetto, mi sono trovato con gli amici e colleghi con i quali abbiamo fondato The Breaking Web: qui, oltre a divertirci come matti, ci teniamo sempre sul pezzo aggiornandoci continuamente e selezionando accuratamente le fonti; un lavoro che normalmente si fa anche in contesti di agenzia e libera professione prima di iniziare a lavorare, in orario lavorativo o durante le pause. Noi, però, lo condividiamo in live estendendolo oltre i classici confini aziendali ma con lo stesso tono scanzonato e irriverente che usiamo fra noi amici internamente. E questa è davvero tanta roba, almeno per me. Detto questo, penso si sia capito: a me piace troppo parlare. Quindi, prima di andare oltre, mi taccio.. Eheh!
Le tue caratteristiche personali che ti contraddistinguono meglio anche come professionista?
Voglia di mettermi continuamente in discussione, tenacia, umiltà, apertura totale al confronto e alle critiche, pensiero laterale e abitudine a ragionare fuori dagli schemi, spirito di condivisione, empatia (ogni tanto, quando sono in vena… hihi!).
Un ricordo particolarmente significativo e che ami legato alla tua professione?
Beh, ne ho davvero tanti ma ne condivido solo un paio. Quando mi accorsi di aver fatto la mia prima vendita con un progettino personale di affiliazione. Quella volta in cui un cliente mi scrisse su Whatsapp una sera alle 23 per ringraziarmi del fatto che, dopo qualche mese dall’implementazione delle attività suggerite, erano aumentate parecchio le richieste di contatto e la gente lo riconosceva per strada. In una delle mie ultime classi di formazione quando alcuni ragazzi, durante la lezione sull’analisi dei bisogni degli utenti e le correlazioni semantiche con le entità, mi hanno tempestato di domande con gli occhi pieni di entusiasmo ricordandomi me all’inizio.
Dopo uno dei miei test su markup semantico ed entità, nel quale riuscii a far cambiare punto di vista a Google su una determinata entità facendogli restituire in serp ciò che mi interessava con un doppio knowledge graph.
Gli incontri settimanali con un gruppo ristretto di colleghi ed amici nei quali spesso ci scannavamo parlando non solo di seo.
Quando, durante una grossa migrazione per un grosso cliente che passava da Salesforce a Sap fatta di fretta e furia senza seguire alcune mie raccomandazioni, il cliente ha riconosciuto di aver sbagliato ed io ho potuto dirgli “eh, ve l’avevo detto…”. Le notti passate dietro alcuni progetti personali fatti con l’ai e quelle a sgobbare sugli audit. Le chiacchierate assurde che facciamo la mattina alle 6 prima di iniziare le live con gli amici di The Breaking Web (dovreste assistere, sembra davvero un teatrino)…
Mi fermo perché anche qui potrei continuare ad oltranza, sorry! 🙂
Un buon consiglio per chi desidera avventurarsi nella SEO?
Sporcatevi le mani, sbagliate su progetti vostri per capire come non ripetere gli stessi errori in futuro, testate, confrontatevi, siate super curiosi, aprite la mente, sopportate le critiche per poi usarle a vostro vantaggio, abbiate tanta pazienza, siate versatili, non date mai nulla per scontato, fate tanto networking e forse qualcosa imparerete…
Progetti per il futuro?
Tanti, anzi troppi, e davvero poco tempo per realizzarli: 2 libri, una serie di percorsi pratici professionalizzanti su 3 livelli, un ciclo di video su un argomento controverso e poco trattato in Italia, un evento di formazione, il lancio di un tool…
Ma prima c’è il lavoro reale che va avanti e ad agosto nascerà la mia prima figlia. 🙂