Oggi si parla tanto di smart working, se c’è qualcuno che ha precorso i tempi in questo ambito il suo nome è sicuramente Laura Venturini: esperta SEO, consulente e docente, nel 2014 ha fondato la sua agenzia Quindo completamente in smart working e con un team tutto al femminile. Ecco la sua storia.
Partiamo dal principio: come ti sei avvicinata al mondo SEO e come sei diventata la professionista affermata di oggi?
Ho iniziato ad interessarmi alla SEO nei primi anni del 2000, mentre studiavo Filologia alla Sapienza. Dovevo risolvere un problema (far adottare cuccioli abbandonati) quando Facebook e i vari social non esistevano. Mi sono appassionata molto alle dinamiche dei motori di ricerca, così ho iniziato a studiare e a fare esperimenti.
Ho avuto una carriera abbastanza particolare. Io volevo fare la scrittrice, l’editor o la ricercatrice universitaria, mi interessavano gli studi di genere e la teoria della letteratura.
Per caso mi sono imbattuta in una web travel agency e dopo un paio di mesi di stage sono stata assunta a tempo indeterminato. Ho avuto una serie di esperienze in agenzie e aziende, finché un giorno, nel 2012, ho deciso di fare il grande passo dell’apertura della partita iva e la mia vita è cambiata.
Nell’arco di un paio d’anni, ho fondato Quindo, la mia agenzia SEO che rispecchia tutti i miei valori personali e professionali.
Quando hai capito che questa era la tua strada?
Non c’è stata una vera e propria agnizione, del tipo “questo sarà il mio lavoro”, è stata una consapevolezza che cresceva giorno per giorno. Io ero concentratissima sui risultati e sui clienti, mi sono semplicemente lasciata trasportare dalla curiosità e dall’ambizione.
La maggior parte delle persone che avevo intorno mi dicevano che fare “solo SEO” era un azzardo perché il mercato non era pronto e forse non lo sarebbe mai stato per una nicchia così verticale del digitale. Per non parlare dei colleghi imprenditori che mi dicevano che l’agenzia completamente in smart working era un modello di gestione fallimentare…
Nel 2014 sicuramente hai precorso i tempi dato che hai fondato la tua agenzia digitale Quindo con tutti i dipendenti in smart working: come mai questa scelta così inusuale prima della pandemia?
Lo smart working è la soluzione ideale per un’agenzia digitale (e per tutti i lavori di intelletto), oltre ad essere una scelta intelligente da un punto di vista imprenditoriale (riduzione dei costi, aumento produttività, eccetera). Non dico che sia facile, anzi, ma se vuoi fare impresa (soprattutto in Italia) devi avere tenacia, pazienza e costanza. E quindi tanto vale fare un piccolo sforzo in più.
L’obiettivo di un’agenzia è offrire il miglior servizio ai clienti. Per offrire il miglior servizio, devi avere le migliori/i migliori dipendenti che lavorano in modo sereno ed efficiente. Non importa da dove lavorano ma come. Il focus sono gli obiettivi da raggiungere.
Il segreto per guidare un team di lavoro in remoto con successo?
Trasparenza, chiarezza e comunicazione da un punto di vista imprenditoriale. Bisogna comunicare in modo chiaro e trasparente obiettivi, successi e insuccessi.
Io sono sempre molto limpida nella condivisione dei dati, di qualsiasi natura, inclusi quelli finanziari. Empatia e ascolto da un punto di vista umano. Siamo esseri umani prima di tutto. Siamo più efficienti e produttivi quando stiamo bene e siamo contenti di ciò che facciamo.
Che cosa sono le “quote azzurre”?
Ho uno staff SEO di sole donne, ho pensato alle “quote azzurre” perché in Europa non esistono le “quote rosa”, si chiamano “quote di genere”. È un modo per sottolineare questo problema di “marketing del colore” tutto italiano che richiama una marea di stereotipi su donne, lavoro, competenze, capacità, che nel 2022 trovo ridicole e offensive, oltre che dannose.
Le tue caratteristiche personali che ti caratterizzano maggiormente come professionista?
Passione, curiosità, energia, ambizione, trasparenza che sono caratteristiche che mi distinguono anche nella mia vita non lavorativa.
Un ricordo particolarmente significativo e che ami legato alla tua carriera?
Ho tanti bellissimi ricordi legati al mio lavoro, tanti successi e tanti aneddoti divertenti. I momenti che ricordo con più piacere sono quelli che trascorro in compagnia del mio staff durante i team meeting: le risate, i fiumi di vino, le chiacchiere.
Progetti per il futuro?
Quindo cresce – l’anno scorso abbiamo raddoppiato il fatturato e anche quest’anno la crescita è costante – stiamo progettando di acquisire una piccola agenzia di sviluppo entro la fine dell’anno. Stiamo crescendo velocemente – grazie ai risultati e al passaparola – nel settore B2B e per il diritto all’oblio (e nella gestione della reputazione dei brand su Google).
Da qualche mese sono diventata co-founder e CEO di Veterly, una piattaforma intelligente di comunicazione e telemedicina che permette ai veterinari di semplificare e rendere più efficiente il rapporto con i propri clienti. È una startup con ambizioni internazionali e per me una bella sfida.
Voglio continuare a crescere come imprenditrice e come persona, aiutare altre donne e giovani impreditrici a far esplodere le proprie competenze e mettere in relazione tra loro persone intelligenti e capaci. Mi piacerebbe approfondire i miei studi su motori di ricerca e linguaggio inclusivo e fare nuovi esperimenti.