Nel panorama degli esperti digital nazionali spicca Michele Senatore: esperto SEO & SEA che ama curare i dettagli, incline al confronto ed amante delle sfide! Ci ha raccontato qualcosa di lui per conoscerlo meglio.
Partiamo dal tuo profilo LinkedIn. Hai scritto: Da scrittore e giornalista ho virato la mia passione per le parole nel magico mondo della SEO. Come mai questo cambiamento di rotta?
È successo tutto per caso. Ho sempre trovato nelle parole una magia intrinseca, una peculiarità umana unica e affascinante che, oltre a contraddistinguerci dagli altri esseri viventi, ci ha portato dove siamo oggi. Una volta lessi una frase che diceva più o meno così: “con le parole puoi cambiare il mondo”; e a questa utopica affermazione ho sempre creduto. Da qui la consapevolezza di voler scrivere e provai a diventare giornalista.
Fare giornalismo è difficilissimo, in Italia poi non parliamone. Per me quel mestiere rappresentava la possibilità di raccontare il mondo, le sue sfaccettature, i suoi colori, le sue verità. Il problema principale è stato che con il giornalismo non ci mangiavo molto bene, però gli articoli che pubblicavo su questo editoriale online per il quale curavo una rubrica satirica su tematiche abbastanza spigolose come sanità e politica portavano tantissimo traffico.
Così leggendo in giro e studiando il discorso del posizionamento organico venni a conoscenza della SEO. A quel punto ho virato e ho iniziato un nuovo percorso. Prima gavetta da freelance, successivamente dentro web agency per tornare poi nuovamente freelance. Ricordo quando scoprii la parte tecnica della SEO, è stato amore a prima vista. Ho approfondito (e ancora lo faccio) quanto più possibile questa materia. Devo dire che mi ritengo un privilegiato, una persona che è riuscita a trovare un lavoro che mi stimola ogni giorno, non mi annoia mai e che mi da la possibilità di esprimermi al meglio.
Visto la tua esperienza ed i recenti sviluppi dell’intelligenza artificiale, cosa ne pensi dell’influenza che questa sta avendo sul digital?
In realtà l’intelligenza artificiale esisteva anche prima, ora è sulla bocca di tutti dopo il boom mediatico di Chat-GPT, ma sono anni che esiste. Il discorso è molto delicato ma ci sono diversi punti da toccare: il primo è certamente l’abuso e la malinterpretazione della terminologia, a seguire le supposizioni senza una validazione e per ultimo i presagi futuristici che si distanziano molto dalla realtà.
Il problema principale di questa tecnologia è stato l’utilizzo totalmente sbagliato e poco cosciente che ne è stato fatto dalla maggior parte delle persone. Con diversi colleghi ci siamo battuti per fare chiarezza e spiegare che questa tecnologia (sottolineo che non parliamo di motore di ricerca ma di un modello linguistico) viene addestrata su enormi quantità di dati senza alcuna capacità di verificare la veridicità e l’accuratezza delle informazioni. Negli ultimi mesi infatti, abbiamo assistito al fenomeno definito “allucinazioni di AI”, di fatto, la generazione di contenuti totalmente falsi su informazioni del tutto inventate. Consideriamo che in alcuni casi si è arrivati a vere e proprie querele, ad azioni legali.
Questa tecnologia se usata bene, a supporto e non a sostituzione, può davvero migliorare il nostro modo di lavorare, velocizzare processi macchinosi, trovare soluzioni laddove servirebbero ore e ore di revisione manuale. Come ogni novità da un lato il timore ci fa sgranare gli occhi identificando solo gli aspetti negativi, ma dobbiamo essere bravi ad abbracciare il progresso e sfruttare a nostro vantaggio quello che porterà. Molte persone sono spaventate per il proprio futuro lavorativo; io sono convinto che l’AI potrà cambiare il nostro modo di lavorare, potrà arrivare forse a rimpiazzare qualche lavoro, ma non sostituirà mai il professionista.
Da diversi anni segui la crescita, la promozione ed il posizionamento online di vari brand. Come si è evoluto il tuo lavoro nel tempo?
L’evoluzione, quando la vivi in prima persona, tendi a percepirla in maniera meno impattante di quella che poi in realtà è. Certamente rispetto a qualche anno fa mi ritrovo ad essere molto più strategist che tecnico e questo per certi versi mi dispiace. Credo sia fisiologico, il percorso naturale di chi fa il mio lavoro e non solo. Parti con la faccia incollata a tre monitor per 10 ore al giorno e nel tempo ti ritrovi incastrato in call, riunioni e meeting di pianificazione e strategia.
Lato tecnico invece è cambiato molto. Le best practice rimangono sempre le stesse, alcuni processi sono rimasti identici, ma è cambiata la qualità. Se prima si poteva avere un bagaglio di buone case history in maniera relativamente semplice, oggi senza un’adeguata preparazione, una scrupolosa analisi di qualità e tanta costanza è davvero difficile.
Ho letto in un tuo post che quest’anno hai voluto partecipare al recente WMF con un solo obiettivo, quello di condividere. Quanto conta per te la condivisione nel lavoro che svolgi?
È fondamentale! Credo sia l’essenza più profonda dell’essere umano. Condividere, non solo arricchisce gli altri, ma in primis noi stessi. La condivisione è ciò che mi ha portato a fondare, insieme ad altri 3 colleghi (ormai amici indispensabili), un progetto ambizioso: The Breaking Web.
Per chi non lo conoscesse The Breaking Web è un collettivo di 4 professionisti che ha una missione: divulgare le news più rilevanti ed impattanti del digital marketing cercando di approfondire con spunti e riflessioni con l’intento di poter tenere aggiornati colleghi, tecnici di settore, studenti ed imprenditori. In questo format viene condivisa l’esperienza di ognuno dei componenti. Sembra banale, ma è un lavoro durissimo, considerato poi che è a titolo completamente gratuito e per la community. Al WMF ho partecipato con questo obiettivo ed è stato davvero molto arricchente. Spero di essere riuscito nell’intento.
Le tue caratteristiche personali che ti contraddistinguono meglio anche come professionista?
Andrebbero chieste ai miei collaboratori o ai colleghi con cui ho avuto la fortuna di confrontarmi. Provo ad elencare le caratteristiche predominanti dando un giudizio quanto più oggettivo possibile.
Sono estremamente curioso, caratteristica che crea uno stimolo continuo e mi porta alla ricerca di nuovi insight. Sono testardo, prerogativa che mi spinge ad andare oltre. Perfezionista, un’arma a doppio taglio perché da una parte tendo a lavorare in maniera ossessiva, quasi maniacale, ma dall’altra trovo sempre qualcosa da migliorare. Altruista. Non solo per la parte di condivisione, ma proprio di aiuto verso chi mi contatta per chiedermi un parere o un semplice consiglio e sono davvero tanti, ogni giorno. Ultima caratteristica, lo spirito di condivisione, che si allaccia alla precedente caratteristica. Ne ho parlato nella risposta prima, credo non ci sia altro da aggiungere.
Un ricordo particolarmente significativo e che ami legato al tuo lavoro?
Ce ne sono davvero tanti, ma vorrei portarne uno positivo, uno negativo, uno tecnico e un ultimo, prettamente umano. Parto con quello positivo.
Circa un anno fa mi contatta un potenziale cliente (lo seguo da allora). Nell’intervista iniziale mi raccontò che, per diversi motivi, si era ritrovato in serie difficoltà con la sua attività. Si affidò a diversi consulenti ma nessuno sembrava remare insieme a lui verso una direzione precisa. Abbiamo parlato molto e alla fine abbiamo deciso di iniziare a collaborare. Dopo qualche mese, di sera, ricevo un vocale che conservo gelosamente dove mi ringrazia per avergli “cambiato la vita”. Queste sono soddisfazioni che non hanno prezzo, non hanno eguali.
Il ricordo negativo. Anni fa scelsi di lavorare per un cliente che, oltre ad essersi rivelato altamente ignorante ed incompetente è stato in grado di farmi dubitare della scelta di fare questo mestiere. Potrei parlarne per ore ma credo che, basti quello che ho scritto. Mai più. Come ho detto non è un ricordo bello, ma è stato altamente significativo perché da lì ho imparato a distinguere subito le vere opportunità da ciò che non ne vale proprio la pena.
Passiamo a quello tecnico. Prima migrazione di un sito molto grande; impostate le regole di rewrite spacco tutto! Oggi mi fa sorridere ma ci sono stato male per tantissimo tempo. L’ultimo ricordo è una costante che vivo in maniera quotidiana. Sono i meet con i colleghi di The Breaking Web, i confronti, gli sforzi, i litigi, le risate, il fatto di sapere di esserci.
Un buon consiglio per chi desidera occuparsi di SEO?
Uno solo è impossibile! Ne lancio qualcuno, valuterà chi legge se e quale scegliere. Il primo, il più importante: mettetevi sempre in discussione, allenate il pensiero trasversale e uscite fuori da pensieri preconfezionati, in questo lavoro non esiste una verità assoluta, anzi. Altro consiglio, sporcatevi le mani. Fate la gavetta, non pensate solo al soldo, imparare è una ricchezza infinita che vi porterà molto più lontano. Non sapete come partire? Comprate un dominio, prendete un hosting, tirate su un progetto di qualsiasi natura e testate… Testate tanto. Altro consiglio: prendetevi il lusso di sbagliare, gli errori sono ciò di cui abbiamo bisogno per improntare il professionista e la persona di domani. Altro consiglio che sembra ovvio ma che non è mai banale: prendetevi del tempo per voi.
Ultimi due e chiudo. 1) Abbiate la capacità di aspettare; coltivate la pazienza, perché soprattutto nella SEO è fondamentale. 2) Non bruciate le tappe, godetevi questo viaggio perché se pensate solo ad arrivare, vi ritroverete dopo anni a capire che in realtà non c’è mai un traguardo.
Progetti per il futuro?
Questa è forse la domanda più difficile a cui rispondere. Ci sono tanti progetti aperti, tanti invece che rimando da molto tempo per un motivo o per un altro. Vorrei poterli realizzare tutti ma il tempo, alle volte, è acerrimo nemico!
In cantiere ci sono: la pubblicazione di un libro con il collettivo, webinar per tecnici ed imprenditori, due speech e almeno un corso di formazione per i giovani che vogliono entrare in questo settore. Ho un altro progetto, forse più un sogno, quello di coinvolgere tanti colleghi sparsi in tutta Italia per fare della divulgazione all’interno di scuole, istituti di formazione e università, ma questo è davvero molto difficile! Speriamo di realizzarne almeno uno.