Se c’è un settore in forte ascesa di certo è quello del mercato di seconda mano e per l’abbigliamento femminile spicca micolet.it. Questo è lo shop che offre online quasi 10.000 metri quadrati di occasioni e Aritza Loroño, fondatore e CEO, ci racconta questa incredibile realtà!
Come nasce il vostro ecommerce? Da quale idea è scaturito tutto?
Micolet nasce nel 2015, quando il partner di uno dei fondatori ha realizzato che a causa del suo lavoro aveva troppi vestiti e stava pensando di venderli, ma non aveva tempo per farlo. Le fotografie, la trattativa sul prezzo, la spedizione… era troppo impegnativo. In quel momento si sono resi conto che molte donne si sarebbero trovate nella stessa situazione e per mancanza di tempo molti capi sarebbero finiti nell’immondizia.
Per evitare questo spreco, hanno deciso di creare una piattaforma che avrebbe svolto l’intero processo, in modo che le donne non dovessero preoccuparsi di nulla. Hanno iniziato a testare con delle conoscenti e il successo è stato tale che in breve tempo è cresciuta fino a diventare una delle piattaforme leader in Europa.
Cosa spinge ad acquistare sul vostro e-commerce, considerando che trattate articoli di seconda mano di cui non è possibile verificare il buono stato personalmente?
Abbiamo un team specificamente dedicato alla revisione manuale di ogni capo. I nostri filtri di qualità sono alti e gli indumenti ritenuti non idonei alla vendita vengono scartati. Questa è una garanzia per gli acquirenti: sanno che tutti i capi sul web sono in buone condizioni.
Come riuscite ad avere un assortimento così ampio di articoli?
La ragione per cui il nostro assortimento è così ampio è legata agli utenti stessi che sono più di un milione; di conseguenza abbiamo un’ampia varietà di capi, taglie e marchi. Circa un anno fa ci siamo trasferiti in un magazzino di oltre 10.000 metri quadrati, quindi abbiamo una capacità molto ampia per immagazzinare tutti questi vestiti.
Le caratteristiche che contraddistinguono maggiormente la vostra clientela italiana rispetto quella estera?
La clientela Italiana si contraddistingue in maniera concisa da quella estera. Quello che più emerge dalle peculiarità del prototipo del cliente italiano è che all’inizio assume un atteggiamento di sfiducia ma successivamente questa paura dell’ignoto si trasforma in vera e propria fedeltà nei confronti di Micolet, la cosiddetta CUSTOMER LOYALTY.
Il fatto è che la cultura dell’usato è meno diffusa in Italia rispetto agli altri paesi, senza contare il fatto che è arrivata in ritardo. Giorno dopo giorno però, i nostri clienti italiani capiscono che quello che facciamo tiene conto del benessere dell’uomo e dell’ambiente e che i nostri prodotti sono in ottimo stato e totalmente affidabili; infatti, secondo le statistiche, la nostra fetta di mercato italiano cresce in maniera smisurata. Inoltre, abbiamo recentemente notato che tra i nostri acquirenti italiani, la maggior parte di loro va matta per le borse di marca come Tous, Michael Kors, Parfois e Guess. Spicca anche la tendenza all’acquisto di capi a marchio Zara.
Ultimamente si sente molto parlare della crescita del mercato dell’usato. A cosa si deve secondo voi l’espansione di questo settore?
Covid-19 e lockdown hanno indotto le persone a trascorrere più tempo a casa e guardare i loro armadi. Ciò li rende consapevoli di quante cose hanno e quante non usano, il che porta al rinnovo dell’armadio. Indubbiamente quest’anno i consumatori hanno cercato di risparmiare molto di più a causa della mancanza di sicurezza economica futura e acquistare articoli di seconda mano significa, senza alcun dubbio, risparmio elevato.
Il segreto del vostro successo?
Cerchiamo sempre di adattarci alle esigenze e alle preoccupazioni degli acquirenti. Cerchiamo di migliorare continuamente e non ristagnare, evolvere.
Progetti per il futuro?
Nei prossimi mesi ci piacerebbe espandere il nostro mercato in Polonia per poter offrire anche lì il nostro servizio.